Seminario tecnico_Il prodotto Leggero Donna
Espressione di creatività intelligenza delle mani e corrette tecnologie di lavorazione
Seminario tecnico
Introduzione di Claudio Dussini
Nel febbraio del 2020, l'Italia ha registrato il primo caso di COVID-19, un evento che ha scatenato una serie di conseguenze economiche e logistiche in tutto il paese. Da quel momento, abbiamo visto il costo del nolo dei container salire vertiginosamente, passando da 1.200 dollari a 14.000 dollari. Questo ha portato a enormi incertezze nella produzione, con molti che si sono chiesti come gestire gli invenduti e le giacenze di magazzino. La crisi ha evidenziato la nostra dipendenza dall'estremo oriente, non solo per i prodotti industriali, ma anche per quelli biomedicali. La situazione si è aggravata quando una nave portacontainer si è incagliata nel Canale di Suez nel marzo 2021, rivelando ulteriormente la fragilità dei nostri trasporti globali. Con la crisi israelo-palestinese e gli attacchi degli Houthi, i costi di trasporto sono schizzati alle stelle, costringendo molte aziende a circumnavigare l'Africa.
Tuttavia, il 2023 è stato un anno di ripresa sorprendente. Le vendite e la produzione hanno raggiunto livelli che non si vedevano da anni, con un volume d'affari di 103 miliardi di euro e una bilancia commerciale attiva. Abbiamo importato da Cina, Bangladesh e Francia, ma esportato in Francia, Germania, USA e Svizzera, quest'ultima usata come hub per motivi fiscali. La distribuzione vedeva il 45% controllato da franchising e catene, il 20% dalla grande distribuzione e solo il 9% dal commercio elettronico.
Tutto sembrava andare magnificamente, ma la variabile russa ha cambiato le carte in tavola. La crisi israelo-palestinese non ha certo contribuito a rasserenare gli animi, e le due guerre in corso hanno frenato i consumi, anche nel settore del lusso. Di quei 103 miliardi di euro, il 29% era legato a multinazionali estere, e con il crollo delle vendite ci troviamo di fronte a una nuova crisi. La domanda che tutti si pongono è quanto durerà e come cambieremo. Non è una crisi ordinaria che coinvolge solo qualche settore merceologico, ma una vera e propria recessione.
Nel frattempo, nel 2024, abbiamo assistito a vari scandali nel settore del lusso, con borse prodotte in Cina che hanno sollevato dubbi sul caporalato. Aziende come Alviero Martini, Giorgio Armani e Christian Dior sono state coinvolte, facendo emergere la necessità di ripensare il sistema.
Sul fronte ambientale, il settore tessile è stato accusato di essere una delle principali cause dell'inquinamento. Se nel 2000 si producevano 58 milioni di tonnellate di prodotti tessili, nel 2020 la cifra è salita a 109 milioni, con una previsione di 145 milioni per il 2030. L'Europa è convinta che dobbiamo adottare una politica industriale sostenibile, imponendo regole di ecodesign per creare prodotti durevoli, riparabili, trasformabili e riciclabili. Saranno introdotti passaporti digitali per comunicare la sostenibilità dei prodotti, una revisione del sistema di etichettatura e restrizioni sugli agenti chimici nocivi. Le aziende dovranno farsi carico della gestione dei rifiuti e partecipare economicamente alla loro gestione, con obblighi di rendicontazione della sostenibilità a partire dal 2026-2028 e raccolta differenziata obbligatoria dal 2025.
Per affrontare queste sfide, una delle strategie proposte è il controllo sulla filiera produttiva, semplificando la gestione e supportando le aziende per affrontare la burocrazia. Un'altra strategia è ripartire dal passato, producendo solo ciò che è necessario con tecniche e maestria artigianale, puntando su una produzione ad impulsi che risponda alle esigenze reali del mercato.