Maglieria 5.0: tra ingegnerizzazione e artigianalità
I soci Antia in visita alla SMT di Correggio. Una tavola rotonda per discutere il futuro della maglieria in ottica di filiera.
Martedì 10 ottobre 2023 i soci ANTIA hanno visitato lo stabilimento di Società Manifattura Tessile di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, azienda leader della maglieria e perno di un movimento virtuoso di filiera nella zona emiliana. Una realtà produttiva di eccellenza che da tre anni è parte del gruppo industriale Pattern.
Nei reparti produttivi SMT i soci Antia hanno potuto apprezzare lo sviluppo tecnologico che ha investito il segmento maglieria negli ultimi vent’anni, tuttora in forte ascesa. Di particolare rilievo il ruolo dei programmatori delle macchine tessili, chiamati a tradurre la creatività degli stilisti in capi di abbigliamento: il digitale come strumento per la maglieria 5.0.
Al termine della visita aziendale gli oltre cento presenti hanno seguito la tavola rotonda, condotta e moderata da Antia, dove si è parlato di futuro del tessile e della maglieria in ottica di filiera. Ha aperto la discussione Stefano Casini, CEO di SMT, raccontando l’evoluzione della sua realtà imprenditoriale. Dagli esordi nel 2010 come azienda familiare alla scelta di trasformazione in eccellenza industriale con investimenti in tecnologia e assunzione di personale altamente formato. Stefano Casini ha quindi individuato nel Gruppo Pattern di Torino l’interlocutore ideale per una collaborazione strategica di più ampio respiro, includendo altre due realtà emiliane della maglieria quali la Zanni di Reggio Emilia e la Nuova Nicol di Calderara di Reno, Bologna. Un polo della maglieria di lusso, cuore di una Knitwear Valley in evoluzione. In questi termini Casini interpreta il made in Italy come eccellenza, articolandola in artigianalità che deve essere preservata, tecnologia, che ne definisce i limiti e creatività. Le persone e i talenti devono sempre essere al centro.
La sinergia nella filiera della maglieria viene sottolineata ulteriormente da Laura Benesperi, Global Sales Manager di Filati Be.Mi.Va. L’azienda ha di recente rivoluzionato la modalità di lavoro rispetto alla cultura pratese, creando una struttura a stella e collaborazioni stringenti nel distretto pratese.
Davide Barbieri, Sales manager di Shima Seiki, ha parlato di come una tecnologia precisa come quella Giapponese sia stata fortemente valorizzata da Industria 4.0, tuttavia riconosce la forte mancanza di tecnici sul mercato, in quanto i limiti della macchina sono solo creatività e competenza. Ecco perchè la stessa Shima Seiki si sta adoperando molto in termini di collaborazione con gli istituti di formazione. Barbieri aggiunge anche che per questo settore il made in Italy esiste solo grazie a cuore e passione: l’impegno deve essere anche e soprattutto delle aziende per richiamare un bacino importante di ragazzi delle nuove generazioni che siano in grado di portare avanti una tecnica di eccellenza.
Furio Francini, Ceo di Accademia Costume e Moda, propone una visione ampia di settore. L'indicazione di Francini per attirare nuovi tecnici e ragazzi appassionati è quella del cambiamento culturale: modificare la narrativa della moda, riproponendo l’importanza della manifattura e riportando l’attenzione alle realtà industriali come i distretti. Aggiunge anche che il made in Italy è proprio costituito dalle dinamiche virtuose presenti nei distretti, dove si incontrano realtà industriali di eccellenza e dove gli studenti possono costruirsi carriera e vita personale.
Chiude Chiara Dussini come Presidente Antia, confermando che la transizione generazionale rimane un problema che Antia affronta costantemente. Si auspica il cambiamento culturale, ma quest’ultimo non può essere solo appannaggio delle scuole, ma anche e soprattutto delle imprese, delle aziende alle quali è demandato l’onere di dare reputazione e qualifica alle professioni "dell’artigiano digitale" che costituiscono il vero know how del made in Italy.